E’ stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea GU L 119 del 4.5.2016 ed entrerà in vigore il prossimo 24 maggio, il Regolamento del Parlamento e del Consiglio dell'Unione Europea che introduce nuove regole a protezione della privacy.
Come è noto il Regolamento quale atto di diritto derivato dell'Unione Europea, per sua stessa natura, è obbligatorio ed è direttamente applicabile in tutti gli Stati membri.
Tuttavia, la articolazione e la complessità di alcune disposizioni del Regolamento consentono, o richiedono forse in altri casi, in ciascun ordinamento statale, una normativa integrativa.
Tanto che l’ottavo considerando del Regolamento ha previsto che “..ove il presente regolamento preveda specificazioni o limitazioni delle sue norme ad opera del diritto degli Stati membri, gli Stati membri possono, nella misura necessaria per la coerenza e per rendere le disposizioni nazionali comprensibili alle persone cui si applicano, integrare elementi del presente regolamento nel proprio diritto nazionale…”.
Il Regolamento troverà in ogni caso applicazione dal 25 maggio 2018.
In Italia, il Regolamento dovrebbe sostituire il Codice della Privacy, adottato col decreto legislativo del 30 giugno 2003 numero 196, tenendo conto peraltro che le norme del Codice non compatibili saranno da ritenere tacitamente abrogate.
Ciò che rende opportuno che, nell’ordinamento interno, si possa – ai fini della certezza e del diritto e della chiarezza delle regole operative – pervenire ad una normativa di dettaglio entro la data del 2018, solo apparentemente lontana, quando le norme del Regolamento troveranno applicazione.
A partire dalla sua pubblicazione, le imprese pubbliche e private dovranno comunque attrezzarsi per transitare alla adozione di comportamenti rispettosi delle nuove regole privacy.
Limitandoci per adesso ad un breve cenno sulla rilevanza della fonte normativa e della materia trattata, si osserva come questa sia proclamata dallo stesso legislatore europeo nella “dichiarazione di apertura” del Regolamento, posto che al considerando 1 del Regolamento si legge che “…la protezione delle persone fisiche con riguardo al trattamento dei dati di carattere personale è un diritto fondamentale. L'articolo 8, paragrafo 1, della Carta dei diritti fondamentali dell'Unione europea («Carta») e l'articolo 16, paragrafo 1, del trattato sul funzionamento dell'Unione europea («TFUE») stabiliscono che ogni persona ha diritto alla protezione dei dati di carattere personale che la riguardano…”.
Al contempo, il Regolamento evidenzia però che “…il trattamento dei dati personali dovrebbe essere al servizio dell'uomo. Il diritto alla protezione dei dati di carattere personale non è una prerogativa assoluta, ma va considerato alla luce della sua funzione sociale e va contemperato con altri diritti fondamentali, in ossequio al principio di proporzionalità….” (considerando 4).
L’Unione riconosce peraltro che la rapidità dell'evoluzione tecnologica e la globalizzazione comportano nuove sfide per la protezione dei dati personali, posto che sia le imprese private quanto le autorità pubbliche hanno la possibilità di utilizzare dati personali, come mai in precedenza, nello svolgimento delle loro attività.
Il compito della normativa, con un rigoroso obiettivo di armonizzazione delle legislazioni, è quello di garantire un elevato livello di protezione dei dati personali tenendo conto di questo quadro dell’economia e delle relazioni sociali – profondamente mutato negli ultimi tempi – e connotato in ogni caso da una aspirazione alla libera circolazione dei dati personali all'interno dell'Unione e il loro trasferimento verso paesi terzi e organizzazioni internazionali.
E’ tale evoluzione – afferma la Direttiva – che richiede un quadro più solido e coerente in materia di protezione dei dati nell'Unione, affiancato da efficaci misure di attuazione.
In quest’ottica vanno lette quindi le rigorose sanzioni, rese più severe dal Regolamento in questione nell’ottica di una maggiore responsabilizzazione per chi gestisce le informazioni di carattere personale.
Avvocato Giorgia Motta